La frottola ad Isnello

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La frottola a Isnello

estratto dalle pp. 19-42 del volume "Le Frottole di Isnello - la fede di un popolo che dal XIX, una generazione tramanda all'altra"

Fonti documentali

Si è citato in precedenza il “Folklore di Isnello” quale primo documento storiografico ufficiale che ci dà notizie sulla frottola ad Isnello.

Questo, di fatto, non è l’unico esistente e, anche se comunque non abbiamo una vasta produzione scritta ed edita sull’argomento, la presenza di testimonianze cartacee va anche decisamente oltre i solo libri a stampa.

Infatti, fatte salve le pubblicazioni è possibile citare fonti e ricerche d’archivio più o meno attendibili e quindi poter risalire ad alcuni riferimenti che sicuramente non danno certezza di una data di origine di questi riti, ma una prima testimonianza della già presente pratica devozionale delle frottole ad Isnello per come la si continua ad esercitare oggi.

Per citarne qualcuna, precedendo il lavoro di Don Pietro Piraino che trovate nella Parte Terza di questo volume, è presente nell’Archivio Parrocchiale di Isnello un documento che, riporta come, già in occasione dei Solenni festeggiamenti dell’Immacolata nel 1955, anno successivo al dogma, era in programma “secondo il costume” la frottola.

Un estratto del programma della solennità dell’Immacolata Concezione che ha avuto luogo ad Isnello nel 1855,

conservato nell’archivio parrocchiale ed esposto in Chiesa Madre nella ricorrenza del centocinquantenario del dogma dell’Immacolata Concezione

L’informazione, anche se è tratta da un documento ufficiale e di straordinario valore storico, cronologicamente è già più vecchio di quanto il Grisanti ci ha narrato per la festa dell’Immacolata di qualche anno prima nell’articolo “Gli Stendardieri” visto al paragrafo precedente.

Riferendoci sempre allo stesso archivio, alcuni fonti e testimonianze sembrano sostenere l’esistenza di una raccolta, oggi non più rinvenuta, del Sac. Rosario Fiorino risalente all’incirca alla prima metà dell’ottocento. Al suo interno erano presenti alcuni degli inni per le frottole tra cui, quelle di San Nicola, della Santa Croce e del Ss. Sacramento (queste ultime due a lui attribuite).

Altre ancora, in carte sciolte, ci forniscono ulteriori informazioni relativamente alle connotazioni religiose delle frottole ovvero documenti di contabilità, testi, citazioni... Tralasciando per un momento questa parte di storiografia, ritorniamo alle pubblicazioni esistenti.

Citato già il “Folklore di Isnello”, sempre dello stesso Cristoforo Grisanti si ha un ulteriore riscontro degli inni sacri delle frottole in una sua seguente pubblicazione. Il volume di cui stiamo parlando è, per l’appunto, “Pensieri ed Affetti”, una raccolta di suoi scritti edita nel 1901 ancora da Alberto Reber. Il componimento numero sessantuno (LXI) di detta raccolta, presente a pag. 174, reca il seguente titolo:

“Per la festa del Ss. Crocifisso in Isnello, l’anno 1868”.

Si tratta dell’inno per la frottola del S.s. Crocifisso composto a Cefalù nel maggio 1868 e, come evidenziato nella nota (1)

“Fu musicato dal Maestro Sig. Vito Graffeo”.

Piccola curiosità: nella pagina accanto all’Inno del Crocifisso è riportato un analogo inno composto nel 1885 per la frottola del Festa del Corpus Domini a Cefalù e musicato dal maestro Rocco Cambiasi.

Per trovare una successiva pubblicazione che parli di Frottole dobbiamo fare un salto in avanti sino ad arrivare al 1981, anno in cui gli isnellesi Vincenzo Lusignolo e Giuseppe Vacca curano la stesura di “San Nicola, patrono e protettore di Isnello”.

Si tratta di un volume illustrato che raccoglie tutte le informazioni del culto di San Nicola ad Isnello. Alle pagine 53, 54 e 55 di questo libro troviamo due componimenti entrambi dedicati al santo patrono che riportano le seguenti note (6) e (7):

(6)- “Questo << Inno >> composto dal Maestro La Rosa, viene cantato e accompagnato dalla banda musicale durante la << Frottola >>”

(7) - “Anche questo << Inno >> si cantava durante la << Frottola >>”.

Probabilmente il più significativo volume è quello realizzato dalla classe terza della scuola media statale “Luigi Pirandello” di Isnello nell’anno scolastico 1998/1999.

Sotto la guida degli insegnanti Prof. Annamaria Visentin, Prof. Andrea Cangelosi, Prof. Giuseppe Carollo e Prof. Walter Lombardo gli alunni hanno condotto un interessantissimo lavoro di ricerca successivamente confluito in un opuscoletto di 45 pagine, ciclostilato in proprio, dal titolo “Tradizioni Liturgico Popolari a Isnello (Le frottole)”.

Anche se si tratta di una produzione “ben lontana dalla completezza”, come si evince nella sua premessa, per la prima volta ed ufficialmente in un libro sono stati raccolti tutti i testi e tutte le musiche degli 8 inni sacri comprensivi delle preziose informazioni relative agli autori dei testi letterari e ai compositori delle musiche.

Unica eccezione fu la frottola dell’Immacolata per la quale non si riuscì a recuperare le parti andate, da tempo, perdute assieme alle relative informazioni sugli autori.

Questo lavoro fu possibile grazie all’indispensabile collaborazione della Banda Musicale di Isnello, nella persona di Giovanni Cannici, per la consultazione degli spartiti delle 7 frottole presenti in archivio sui quali il Prof. Andrea Cangelosi, che tra l’altro le aveva conosciute e suonate già in diverse occasioni, realizzò delle piccole guide inserite all’interno dell’opuscolo. Non di meno fu altrettanto importante e prezioso il contributo di alcune memorie storiche di Isnello, in particolare del Maestro Salvatore Grisanti, di Vincenzo Lusignolo e dell’allora giovane studioso Pietro Piraino, i quali diedero un fondamentale supporto nel reperimento dei testi delle frottole e di tutte quelle informazioni delle quali andava già sfumando persino il ricordo.

Un lavoro che, nonostante venne definito “non esaustivo”, oggi rappresenta l’unico importante e indiscusso riferimento da cui si attinse per le successive attività intraprese immediatamente qualche anno dopo, ad Isnello, per la valorizzazione e riproposizione di questi inni.

Citiamo, infine, altri due volumi in cui si parla di Frottole. Il primo è quello di padre Ottavio Pintavalli nel libro “La preghiera si fa canto nella tradizione popolare isnellese” dove nell’ampia e variegata raccolta di orazioni, canti, meditazioni e aspetti della cultura popolare del piccolo paese è dedicata una sezione a questi inni sacri con una personale riflessione relativamente alla loro importanza, appunto, nella tradizione isnellese.

L’altro, l’ultimo in ordine cronologico, è quello del Dott. Giuseppe Giordano che negli ultimi anni, nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Storia e analisi delle culture musicali” (Università di Roma “La Sapienza”) ha avviato una indagine sul campo, realizzando documentazioni audiovisuali durante le diverse festività religiose che prevedono il canto delle frottole, raccogliendo testimonianze orali e materiali musicali “d’epoca” perlopiù custoditi nell’archivio storico della banda di Isnello.

I risultati di queste indagini hanno già avuto un primo esito editoriale, confluendo sia nella tesi di dottorato sia nel volume “Tradizioni musicali fra pratiche liturgiche e devozione popolare in Sicilia” (2016), edito per la collana “Suoni&Culture” dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari di Palermo. Al suo interno sono dedicate oltre dieci pagine alle Frottole di Isnello per la sezione “Altri repertori devozionali fra scrittura e oralità”, di cui un estratto è riportato nella parte terza di questo libro.

Gli inni della tradizione isnellese

In totale sono otto gli Inni sacri delle Frottole che appartengono alla tradizione popolare isnellese.

Sono stati composti in un periodo compreso molto probabilmente tra la prima metà dell’800 e il 1948, anno in cui il maestro Pietro Anselmo e Don Giuseppe Peri scrissero l’Inno a San Giovanni Bosco. Proprio quest’ultimo assieme all’Inno a Maria Ss. del Carmelo (1907) e all’Inno a San Giuseppe (1926), a quelli per i quali abbiamo la certezza assoluta della data di composizione e del fatto che la parte musicale sia stata concepita direttamente per banda.

Come già riportato nella foto di inizio pagina risalente al 1855 e dalle notizie del Grisanti in “Folklore di Isnello”, addirittura, prima che alla banda, la quale probabilmente si limitava solo ad accompagnare il corteo tra una fermata e l’altra, dette esecuzioni erano affidate ad una orchestra. Non si hanno notizie dettagliate in merito, ma è da notare come in entrambi i documenti si senta la necessità di dovere evidenziare la presenza di due organici differenti, forse per sottolineare anche il ruolo che questi due complessi musicali avevano, in quel periodo, nella società isnellese ovvero una quella di eseguire una musica più colta mentre l’altra una più popolare. Stranamente, però il Grisanti non parla, tra i dettagli della frottola dell’Immacolata, descritta nell’articolo “Gli stendardieri”, della presenza dell’orchestra, ma solo “la musica in grande uniforme”. Tutt’oggi rimane uno dei punti meno chiari anche perchè nemmeno dalla sola trasmissione orale ci sono giunte delle testimonianze.

Questa digressione è utile, comunque, per un’ulteriore aspetto legato a queste musiche: secondo alcune supposizioni, che però non trovano alcun riscontro documentale che le confermi o le escluda, sembrerebbe che gli inni delle frottole, originariamente, sono stati concepiti per le celebrazioni liturgiche e successivamente adottati per i rituali esterni. Potrebbe essere anche il solo caso di qualcuno dei più antichi che ha fatto ereditare questa vaga attendibilità, ma sta di fatto che oggi non siamo in grado di verificarne la veridicità da fonti scritte.

Segue un riepilogo degli 8 inni che approfondiremo nelle relative sezioni

San Giuseppe (M° Mario Di Martino – Dott. Carmelo Virga) composta nel 1926

Ss. Crocifisso (M° Vito Graffeo - Sac. Prof. Cristoforo Grisanti) composta nel 1868

Ss. Sacramento (M° Vito Graffeo (?) - Sac. Rosario Fiorino (?)) composta nella prima metà dell’800

Maria Ss. del Carmelo (M° Mario Di Martino- Dott. Carmelo Virga composta nel 1907

San Giovanni Bosco (M° Pietro Anselmo - Don Giuseppe Peri) composta nel 1948

San Nicolò di Bari (M° La Rosa - Sac. Pietro Ortolani (?)) composta nella prima metà dell’800

Santa Croce (M° Antonino Leto (?) - Sac. Rosario Fiorino (?)) composta nella seconda metà dell’800

Vergine Immacolata (Ignoti - Sac. Rosario Fiorino (?)) composta nella prima metà dell’800

Musiche e versi

Raccontare di come questi spartiti siano sopravvissuti sino ai giorni nostri potrebbe sembrare abbastanza naturale, in altri casi, a volte ed inspiegabilmente, tutto ciò, invece, sembrerebbe essere poco chiaro, talora anche per alimentare miti non proprio veri.

D’altronde, anche se potrebbe sembrare strano, la storia è storia e quindi brutta o bella che possa essere, ha un suo valore e va rispettata.

Proviamo quindi a fare chiarezza, partendo, come già fatto in precedenza, dai riscontri documentali. Ogni singola nota degli inni delle frottole di Isnello, che oggi si conosca, è giunta sino a noi grazie alla sapiente custodia della locale banda per la quale i maestri succedutisi alla direzione della stessa, ma anche i capibanda, gli archivisti e, a volte, anche i semplici musicisti si sono sempre preoccupati di salvaguardarne nel tempo la loro esistenza rimpiazzando, man mano che si logorassero, tutte le parti con nuove copie manoscritte spesso sugli enormi fogli di carta B4 (250mm x 353mm) che anticamente era utilizzato in prevalenza per la scrittura musicale.

L’ultima pagina della partitura originale dell’Inno a Maria Ss. del Carmine. La calligrafia è dell’autore

Mario Di Martino che si firma anche con il cognome della madre Rosaria Coccia. La data è l’8 settembre 1907.

All’onor del vero, però, la conservazione di queste musiche presso l’archivio della banda, forse, ha avuto anche un’origine del tutto casuale. Infatti, fino a circa un trentennio fa, i custodi di questi inni erano i tesorieri dei festeggiamenti che, poco prima della ricorrenza, consegnavano al Parroco o al Maestro o al Capobanda, le parti della relativa frottola in vista della festa per poi essere restituita all’atto del pagamento del servizio musicale prestato.

Pian piano, questi inni, eccetto per qualcuno, sono rimasti in custodia alla banda stessa visto che comunque era suo compito provvedere al mantenimento delle parti con la riscrittura di nuove in sostituzione di quelle che andavano deteriorandosi spesso per la pioggia.

Questo compito, evidentemente è stato assolto bene, tenuto conto anche del fatto che tutto questo ha implicato la salvaguardia della tradizione che, puntualmente ed ininterrottamente, ha visto la banda eseguire ad ogni occasione l’inno per la frottola nel giorno della festa, nonostante fosse calato l’interesse e il folklore.

Allo stato attuale, nell’archivio storico della banda di Isnello esistono tutte le parti manoscritte, in originale o in copia, alcune delle quali presentano una datazione di oltre cento anni fa.

Per ogni frottola sono talvolta conservate, nonostante non più utilizzate, anche ulteriori versioni di manoscritti molte delle quali ancora complete di ogni parte strumentale e delle relative partiture. Da questi manoscritti, dove non espressamente indicata, spesso è possibile risalire al periodo in cui sono stati prodotti grazie alla calligrafia dei trascrittori o ancora leggendo su di essi il nome di alcuni musicanti.

Tutte le musiche sono giunte a noi grazie all’opera di riduzione per media banda del maestro Nicola Gerardi (Isnello, 24.10.1905 – Cefalù, 19.11.1997) che, oltretutto, si è preoccupato anche di ritrascriverle nel tempo in varie versioni, producendo nel corso della sua vita un numero non indifferente di spartiti adoperati fino a pochi anni fa.

Il maestro Gerardi, avviato musicalmente dal mastro Mario Di Martino, si è diplomato in strumentazione per banda il 31 ottobre 1931 presso il Regio Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo e, ad oggi, risulta essere il maestro che ha diretto per più tempo la nostra banda (1938/1947 – 1953/1974 e, occasionalmente, negli anni 1989/1991).

In tanti lo ricordano anche nella veste di funzionario comunale presso l’ufficio Anagrafe ad Isnello. La sua attività di trascrittore ha enorme riscontro nel nostro archivio storico. Infatti, oltre alle sue riduzioni per banda degli inni per le frottole, gran parte delle sinfonie e delle fantasie liriche conservatore nella nostra sede risultano essere scritte di suo pugno.

Alcune pagine della partitura originale dell’Inno dell'Inno a San Nicolò di Bari conservate nell'Archivio Parrocchiale.

Una delle ultime trscrizioni e strumentazioni per banda dello stesso ad opera del Maestro Nicola Gerardi

Parimenti non può non essere citato il maestro Salvatore Grisanti (Isnello, 5 gennaio 1923 - 18 febbraio 2015), capobanda con il maestro Gerardi e nonché suo successore alla direzione della banda di Isnello.

Non manca la sua inconfondibile calligrafia tra gli spartiti delle frottole nelle quali, in calce, spesso si legge il suo autografo. Di suo pugno risultano essere le copie dello strumentale di alcune frottole e le intere trascrizioni degli inni di San Giovanni Bosco e del Ss. Crocifisso del quale gli originali sono ancora conservati presso la famiglia Di Simone, storica tesoriera della festa.Lo stesso ha custodito per anni alcuni degli inni presso la sua abitazione e, all’atto delle dimissioni dalla carica di direttore della banda, si preoccupò di consegnare al parroco Don Giuseppe Peri ed alla sig. Giuseppina Di Simone, tesoriera della festa, gli inni di San Nicolò di Bari, del Ss. Sacramento e del Ss. Crocifisso come dai documenti in copia fotostatica che seguono.

La ricevuta di consegna degli inni di San Nicola e del Ss. Sacramento al parroco Don Giuseppe Peri avvenuta il 30 maggio 1985

La ricevuta di consegna dell’Inno del Ss. Crocifisso alla tesoriera della festa, Sig. Giuseppa Pintavalle, avvenuta il 16 dicembre 1985

Eccezion fatta per l’instancabile attività di trascrizione dei maestri Nicola Gerardi e Salvatore Grisanti, citiamo anche le riproduzioni curate da Mariarosa Mazzola, Giovanni Cannici, Pietro Piraino e Giuseppe Ardizzone.Quest’ultimo ha interamente ricopiato in digitale tutti gli inni delle frottole per permettere una più fluida lettura nel formato “librettabile” durante le loro esecuzioni.

Dopo questo ampia esposizione sulle parti strumentali, passiamo ai testi di questi inni.

In verità qui il discorso è un po’ diverso: se per le musiche si è sentito il dovere di garantirne la conservazione con continue riproduzioni delle parti, la stessa esigenza non si è avvertita per il testo.

Affronteremo meglio questo discorso nel prossimo paragrafo, ma la motivazione più probabile sembrerebbe essere legata al fatto che si trattasse di un canto spontaneo che non seguiva nessuno spartito e veniva tramandato oralmente.

La banda, invece, per forza di cose, ha sempre avuto la necessità di leggere lo spartito dato che, spesso, la parte non era facile da ricordarsi a memoria.

Attualmente, eccezion fatta per qualcuna, nell’archivio della banda sono presenti tutte le trascrizioni delle partiture-guida per i direttori con l’opportuna linea del canto e le relative parole. Naturalmente, trattandosi di testi affidati alla sola trasmissione orale, in taluni passi di alcune partiture è capitato di trovare delle diversità probabilmente dovute ad incolpevoli distrazioni dei trascrittori i quali, a volte, non hanno ricopiato le parole in modo corretto dando luogo, comunque, a banali ambiguità nel confronto con altre versioni.

Banda e cantori

Eccezion fatta per alcuni casi, ad eseguire queste musiche è sempre stata la banda di Isnello, la cui attività va avanti dal oltre un secolo.

Come già ampiamente detto al paragrafo precedente, la banda ha sempre eseguito questi inni leggendo gli spartiti manoscritti e questo è avvenuto puntualmente ed ininterrottamente, eccetto rarissimi casi, fino ai giorni nostri permettendone la salvaguardia della tradizione.

Per quanto riguarda la parte del canto bisogna soffermarsi un attimino nel dettaglio. A differenza di quello che avviene attualmente ad Isnello, la memoria dei meno giovani non ha mai raccontato della presenza ad Isnello di gruppo stabile che assolvesse il compito di cantare in occasione delle frottole, ma di gente comune che si univa in coro, all’occorrenza, per intonare il canto.

Un primo riscontro diretto sembra già evidente in quanto è riportato in “Folklore di Isnello” dove il Grisanti parla di “…cantori e spesso cori di giovanetti…”. Sembrerebbe che ci confermino, appunto, la possibile presenza di piccoli gruppi non abituali di cantori che, in forma sparsa e del tutto spontanea, seguivano il corteo delle frottole per intonare questi canti.

Dunque il fatto che “cantori” e “giovanetti” che “qua e là cantano l’inno di occasione”, per l’appunto, lascia intendere di come fosse tutto in forma libera, allo stesso modo di come avviene durante le celebrazioni liturgiche quando i fedeli si uniscono al coro del canto spontaneamente.

Nessuna informazione ulteriore rispetto a questa nel documento è rilevabile nel documento già descritto di pagina 20 (cfr).

Detto ciò, finché i più anziani hanno continuato a cantarli, a ricordarli a memoria e quindi tramandarli, questi inni sono rimasti vivi nella tradizione, poi, nel corso degli anni, tutto questo pian piano è andato perduto man mano che queste persone andavano scomparendo.

La presenza di questi vecchi cantori al seguito della banda per la frottola è perdurata fino ai primissimi anni del 1970. Gli stessi, ancora oggi ricordati dai meno giovani per la loro fervente fede, erano quelli che, nell’arco dell’anno, cantavano abitualmente in altre occasioni come per esempio durante la novena del Santo Natale. Vi elenchiamo proprio gli ultimi di loro: mastro Vincenzo Cascio, mastro Michele Cascio, mastro Nino Pintavalli (il papà di padre Ottavio), l’ingegnere Alfonso Climenti, Don Turiddu Costa, Zu Cola Di Gesaro e Don Giuseppe Peri. Gli stessi, .

Dal 2006, invece, si è formato un nuovo coro con l’obiettivo originario di riprenderne i testi della tradizione e cantarli assieme alla banda proprio come avveniva qualche decennio fa

Il corteo: percorso e fermate

L’ultimo aspetto è legato a come si svolge la frottola all’interno del contesto locale della festa e il loro significato.

Come cita il dott. Giuseppe Giordano nella sua pubblicazione, la frottola pomeridiana potrebbe rientrare tra quei rituali che “servissero a radunare i devoti e condurli verso la chiesa per dare inizio alla processione”, pratica abbastanza diffusa in altri centri della Sicilia.

Nella tradizione locale questo evento ha una connotazione più popolare che religiosa, per intenderci con meno “formalismi ecclesiastici” ma con un suo ben definito assetto di sfilata.

Nell’ordine aprono il corteo i palii e i paliceddi, poi seguono la banda musicale ed i cantori, ancora la varicedda ed in ultimo il popolo. Tutto ha inizio nelle ore pomeridiane quando, dopo un solenne scampanio, la banda musicale “attacca” un inno religioso o una marcia che da inizio al corteo.

Questo si snoderà lungo l’abituale giro della processione sostando nelle tradizionali “fermate” per l’esecuzione dell’inno. Dette fermate avvengono negli spazi più aperti e in corrispondenza dei “bagli” delle strade ovvero in corrispondenza delle traversine del percorso principale dove la gente si affaccia per assistervi.

La prima “fermata” avviene a pochi metri dalla Chiesa Madre, in Corso Vittorio Emanuele II accanto la fontanella. In questa sosta, assieme a quella di ritorno in piazza Mazzini dinnanzi alla cappella del Ss. Sacramento ed a quella finale prima del rientro in chiesa (nel caso in cui la frottola non si conclude in Chiesa Madre), l’inno viene eseguito integralmente in tutti i suoi movimenti.

Nelle altre fermate, invece, viene eseguito uno solo dei tempi che di volta in volta viene alternato con gli altri. Quando il corteo si ferma, la banda si dispone a semicerchio per classi dinnanzi al maestro che dirigerà l’esecuzione come in concerto. Al termine dell’inno o dello spezzone, si riparte verso la fermata successiva.

Fino a qualche tempo fa, tra una sosta e l’altra la banda eseguiva degli inni e dei ballabili, oggi invece, per dare un senso più religioso, esegue solamente gli inni o marce militari per i tratti più lunghi.

Le fermate della tradizione sono le seguenti:

1. Nel Corso Vittorio Emanuele II accanto alla fontanella

2. Nel Corso Vittorio Emanuele II in corrispondenza di Via Nicolò Di Gesaro

3. Dinnanzi la gradinatadella Chiesa del Rosario

4. Dinnanzi al Belvedere in corrispondenza di via Gioberti

5. In via Cristoforo Grisanti in corrispondenza di via Cavour

6. All’inizio di via Sacerdote Conoscenti in corrispondenza di via San Francesco

7. In via Sacerdote Conoscenti in corrispondenza di via Trento

8. In via Roma in corrispondenza di via Garibaldi

9. In Piazza Mazzini dinnanzi la cappella del Ss. Sacramento.

Nel caso in cui la frottola non si conclude in Chiesa Madre ma in altre chiese, si eseguono ulteriori fermate lungo il relativo tragitto processionale e precisamente:

- Per la frottola del Ss. Crocifisso ancora una nello spazio precedente alla chieda di Santa Maria Maggiore;

- Per la frottola del Ss. Sacramento ulteriori due in corrispondenza di via Bengasi e dinnanzi la chiesa dell’Annunziata;

- per la frottola di Maria Ss. del Carmelo ulteriori tre in corrispondenza di via Crispi, alla fine del centro abitato e dinnanzi la chiesa del Carmine;

- Per la frottola di San Giovanni Bosco ancora una dinnanzi la chiesa di San Francesco;

- Per la frottola della Santa Croce ancora una dinnanzi la chiesa di San Michele Arcangelo;

La fermata n. 8 è stata aggiunta nel 1949 in occasione della prima esecuzione della frottola di San Giovanni Bosco in omaggio a Don Giuseppe Peri, autore dei versi di quell’Inno. Successivamente è stata mantenuta anche per le altre.

C’è un ulteriore aspetto da raccontare, ormai inusuale da qualche anno. All’inizio della frottola, i musicisti della banda affidavano i grandi spartiti ai ragazzini che, ad ogni fermata, lo tenevano ben in vista per consentire una migliore lettura della musica da eseguire. Al termine del percorso, il bandista come promesso all’atto dell’affidamento dello spartito, concedeva al ragazzino come premio un capriccio goloso, spesso il gelato o addirittura una piccolissima ricompensa in denaro.

Oggi tutti gli spartiti sono stati ricopiati in digitale e impaginati per una comoda lettura che è possibile seguire dagli stessi letturini degli strumenti. Questo aspetto, sommato alla moderna non necessità di guadagnarsi quella ricompensa per la quale in passato si faceva a gara, ha di fatto eliminato uno degli aspetti caratteristici e pittoreschi delle esecuzioni durante le fermate.