LE FROTTOLE DI ISNELLO
la fede di un popolo che, dal XIX secolo, una generazione tramanda all’altra
Tre secoli di storia, di musica, di emozioni, di tradizione è quanto racchiude l’ultima azione progettuale dell’Associazione Musicale Culturale “Francesco Bajardi” di Isnello (PA).
Lo storico sodalizio isnellese ha da poco presentato “Le frottole di Isnello – la fede di un popolo che, dal XIX secolo, una generazione tramanda all’altra”, un lavoro di ricerca attento e documentato che è confluito in un volume illustrato di oltre 140 pagine unitamente ad un cd contenente gli 8 inni sacri della tradizione isnellese eseguiti dai manoscritti, in originali, copie e trascrizioni, conservati nell’archivio storico della banda di Isnello e sopravvissuti nel tempo grazie all’infaticabile opera di salvaguardia operata da maestri, capibanda e musicanti che si sono avvicendati nel tempo. Il progetto, nato con lo scopo di salvaguardarne l’esistenza e, contemporaneamente, mostrarne la bellezza al mondo intero, è stato promosso e finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il bando, appunto, “Salvaguardia del Patrimonio Musicale Tradizionale” con il Patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo e dell’Assessorato Regionale del Turismo Sport e Spettacolo.
Il cd contiene, come detto, le musiche degli 8 inni suddivise in 19 tracce audio registrate dalla Storica Banda Musicale “Francesco Bajardi” diretta dal Maestro Giuseppe Testa con la collaborazione del Gruppo Vocale Euphoné diretto dal Maestro Enzo Marino. Le incisioni sono state fedelmente effettuate secondo le musiche ed i testi che la tradizione, per mezzo di documenti e spartiti, ha conservato e tramandato fino ai giorni nostri. Il volume illustrato invece raccoglie minuziosamente ogni aspetto storico, musicale e folklorico dei rituali che tutt’oggi, anche se in forma spesso non conformi alla tradizione, continuano a vivere nella tradizione locale.
E’ riportata una attenta descrizione di tutte le notizie storiche e storiografiche, la descrizione dei riti paraliturgici della frottole, gli usi ed i costumi, i testi originali, le notizie sulle origini e sugli autori degli inni ed infine oltre 80 foto di spartiti, varicedde, palii, paliotti, cortei e diversi aspetti legati a questa pratica devozionale che la banda ha ininterrottamente vissuto direttamente fino ad oggi. Inoltre due preziosissimi contributi hanno arricchito questa pubblicazione ovvero quello di Don Pietro Piraino, sacerdote originario di Isnello, e del Dott. Giuseppe Giordano che da anni, oramai, a vario titolo si interessano di ricerche antropologiche ed in particolar modo di musiche della tradizione orale.
Ma, cosa sono le Frottole di Isnello? Le frottole rappresentano un’autentica e rara espressione di devozione popolare contrassegnata da una caratterizzazione artistica di singolare fascino.
Tendenzialmente e storicamente il termine è stato usato, appunto, per identificare i soli inni eseguiti, ma, in realtà, si tratta di un contesto più ampio che descrive i tradizionali rituali paraliturgici vissuti dal popolo isnellese nel pomeriggio di otto ricorrenze annuali.
In Sicilia, e forse nel mondo, non esistono eventi simili, nulla a che vedere con le pratiche folkloristico-religiose ampiamente conosciute e celebrate in svariati centri dell’isola, ad ogni modo simili nel comune senso dell’espressione di fede ma differenti per l’incomparabile manifestazione del locale culto popolare. Il termine stesso ci immedesima in questo senso di movimento della gente, a frotta lungo l’abituale percorso processionale in una miriade di suoni, colori e stupori. Un tripudio di gente aspetta l’inizio del corteo ed il loro parlottìo d’attesa all’improvviso viene smorzato dalle note della banda sovrastate dal continuo suono delle campane a festa.
Quindi l’incedere gioioso di palii e paliceddi che precedono a musica e a varicedda del santo con il popolo al seguito. Ad un tratto, in uno dei punti convenzionali, tutto si ferma per un istante e lì l’emozione della musica della banda e del canto del popolo si alza verso il cielo in lode ed onore del santo di turno. Poi si riparte verso l’altra fermata per ripetere ancora una volta l’inno, e così via per un’altra ancora fino al suo rientro in chiesa. Si è conclusa la frottola.
Ogni anno, per ogni festa, Isnello vive il fascino di questa tradizione, una pratica devozionale a carattere popolare che ripercorre le umili origini del suo popolo ed esprime il significato particolare dei loro valori legati alla fede, alla loro storia, alla loro cultura.
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"Entrare a diretto contatto con i testi, la musica, interagire con l’organico strumentale e vocale che danno forma, voce e vita alle Frottole di Isnello ha rappresentato un momento di grande fascino.
Le frottole affrontano temi religiosi ma non solo, i testi esprimono devozione, fede, gioia e molti altri stati della dimensione spirituale dell’uomo. La musica ne ricalca i sentimenti mentre adatta al popolo il linguaggio colto dell’opera. Ritrovare i clichè armonici e melodici, oltre a numerose “citazioni d’opera” che richiamano le introduzioni e le arie dell’opera, ma anche le ambientazioni psicologiche delle tonalità di impianto e le modulazioni, mai lì per caso, mi fa capire, gustare e valorizzare quanto questo genere sia stato veicolo di cultura in ogni angolo del mondo. Melodie già familiari, quasi prevedibili dicevo, ma ben adattate al loro scopo, la preghiera! Questa musica ci ha fatto pregare.
Un repertorio intrigante quello conservato e passato di manoscritto in manoscritto dai maestri avvicendatisi nella locale Banda di Isnello. Esso viene ancora oggi eseguito non nei templi della cultura di nicchia, ma nelle strade, nei vicoli durante momenti topici di fede di un popolo quello isnellese che gli dà vita con la passione e la gioia di sempre. Le frottole di Isnello non sono musica e parole, voci e strumenti, carta è cuore. No, per fare le frottole servono le vare, servono i vicoli di quel meraviglioso paesino, serve l’armonia e la gioia di un popolo che si raccoglie e che unito gli ridà vita. Per immedesimarmi in quel clima ho quindi percorso a piedi più volte quelle stradine, riletto tante volte i testi, e anche se sono in italiano mi hanno parlato della fede del popolo siciliano, quello a cui io appartengo.
Avevo già ascoltato le frottole nella mia attività da strumentista anni a dietro e so bene che gli isnellesi hanno un grande cuore, la lungimiranza e perpetuano tradizioni forti. La prima parte del mio lavoro mi ha richiesto di selezionare alcune voci, quelle adatte al repertorio e ai registri vocali dal gruppo vocale che dal oltre 10 anni si occupa di musica antica, prevalentemente rinascimentale e barocca ma anche della tradizione popolare siciliana. Molto utile ci è stato il lavoro fatto sui manoscritti di Pietro Raimondi (Roma 1786 1853), già direttore del Conservatorio di Palermo di cui ho trascritto la “Messa di Kirie e Gloria” e uno splendido Miserere, che ho poi eseguito con il mio coro e l’Orchestra del Conservatorio di Palermo in prima assoluta in occasione della mia Laura in Musica Corale e Direzione di Coro. Non tutti cantano tutto anche se i cantori sono in un numero molto ristretto, ma abbiamo ragionato sul colore, anziché sulla forza del suono del gruppo di voci.
Per quanto riguarda le frottole non ho messo mano alla trascrizione, ho potuto però visionare i manoscritti e capire che sono stati concepiti da mani che ben conoscono le voci e il genere. Molto interessante, come dicevo, è stato il lavoro di ricerca timbrica svolto con il Gruppo vocale Euphonè, in quanto le indicazioni fornite dai compositori in partitura in merito alle voci da utilizzare talvolta non rientrava nei normali range vocali del cantore del coro. E’ plausibile immaginare che le composizioni siano state concepite per voci sole vista la esposizione in una tessitura vocale molto tesa delle melodie originali. Tonalità che per essere eseguite come da partitura ci hanno indotto utilizzare impasti e pratiche di fusione timbrica che ci anno portato a volte ad innestare una sola voce femminile tra quelle maschili, o rinforzarne una voce pari unendo una o più voci di sezioni attigue. Anche nella prosodia e nella dizione del testo ci siamo tenuti lontano dalla prassi lirica valorizzando più possibile il nervo della parola e della frase nel contesto piuttosto che marcare l’idioma lirico, questo ci avrebbe allontanato dal contesto popolare.
Tutta la registrazione è stata effettuata in presa diretta ed è quindi per una scelta comune un live, nessun intervento è stato effettuato nelle tracce registrate per evitare di perdere il naturale slancio dei suoni e delle dinamiche. Abbiamo inciso tutto in quattro riprese di un paio d’ore grazie all’ingrediente che ci ha consentito di lavorare in efficienza e armonia, il nostro collante, il sentimento di stima e di fiducia che ad ogni sguardo era confermato tanto da diventare presto una irrinunciabile complicità emotiva e artistica.
Enzo Marino
Direttore del Gruppo Vocale Euphoné Docente di Musica sacra e Direzione di Coro
Brevissima Preview del cd